Da un messaggio Reuters di oggi possiamo trarre un insegnamento su quanto potrebbe avvenire prossimamente a seguito della velocità con la quale trasformazione digitale ed ecologica vanno a permeare il mondo produttivo.
Il messaggio riguarda il settore automotive, in particolare auto elettriche di Volkswagen e Tesla che sta aprendo un proprio stabilimento in Germania.

Il testo Rueters: “BERLINO, 13 ottobre (Reuters) – Il CEO di Volkswagen Herbert Diess ha dichiarato a una riunione del consiglio di sorveglianza a settembre che l’azienda potrebbe perdere 30.000 posti di lavoro se passasse troppo lentamente ai veicoli elettrici.
La concorrenza dei nuovi entranti nel mercato tedesco, come Tesla, ha spinto l’azienda ad accelerare la sua trasformazione, si dice che Diess abbia detto ai partecipanti.Il produttore statunitense di veicoli elettrici prevede di produrre 500.000 auto all’anno in Germania con 12.000 dipendenti, mentre i 25.000 di Volkswagen producono solo 700.000 auto nel suo stabilimento di Wolfsburg.”

Ci sono settori che più rapidamente, ed in maniera più eclatante, si stanno trasformando con l’apporto di ricerca e innovazione; nel caso delle auto elettriche concorrono gli obiettivi del cambiamento climatico e di adeguamento alla normativa europea. Ma ci si deve chiedere quanto e come impatterrà la competitività dei produttori finali su tutta la filiera produttiva dell’automotive che è molto presente anche in Italia e che cosa signficherà in termini di lavoro e occupazione e di capacità di sostenere con la formazione i cambiamenti verso le nuove competenze occorrenti, ovunque e non solo in Europa.

La digital transformation non è uno slogan né una diapositiva di una cartella governativa, è un fatto reale che ha una velocità che nessuno può fermare: non la politica né tanto meno le associazioni datoriali e sindacali.
E’ un fiume che scorre; gli argini sono rappresentanti dalla rapidità con la quale tutti i partecipanti al mondo produttivo sapranno cogliere le opportunità che l’acqua dell’innovazione regala a chi sa farne uso. E’ ovvio che chi ignora e non sa farlo non sopravviverà.