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Si chiude questa settimana la possibilità di portare in conservazione sostitutiva con modalità in outsourcing le fatture elettroniche GSE emesse nell’esercizio 2015 .

Infatti i tempi tecnici per contrattualizzare e configurare un servizio di conservazione sostitutiva via web sono prossimi all’esaurimento e chi non ha deciso sul da farsi si troverà fuori termine per l’apposizione della marca temporale, non avendo quindi la possibilità di fornire la data certa ante 31.12.2016 dell’archiviazione in conservazione digitale sostitutiva.

In questi mesi di relazione con gli emittenti, ai quali abbiamo proposto una soluzione professionale a costi estremamente contenuti, abbiamo rilevato tutte le anomalie di questo caso.

GSE non ha sensibilizzato sull’argomento gli emittenti ed ha solo pensato a dare soluzione alle proprie procedure.
Gli emittenti non hanno ricevuto alcuna informazione dai professionisti fiscali spesso all’oscuro del tema sebbene abbiano registrato tali documenti (generalmente le prefatture) ai fini IVA e reddituali.
La mancanza di conoscenza sul documento informatico ha determinato un gap culturale di cui solo casualmente molte imprese hanno preso atto, prova ne è il fatto che spesso ci viene chiesto come si fa a stampare una fattura xml.p7m prelevata dal portale di GSE.

Fatture elettroniche GSE e comportamento delle aziende

Moltissime aziende hanno posizioni non rispondenti alla normativa poiché hanno fornito per le fatture elettroniche GSE numeri di fattura dell’unica numerazione progressiva di fatture emesse; alcune hanno pensato di risolvere trasformando tutte le fatture analogiche emesse in elettroniche.

Le imprese più organizzate hanno percepito la problematica e hanno richiesto informazioni da più fonti, compresa la nostra società, per trovare una modalità risolutiva. Per alcune si è trattato di un test per il passaggio al digitale che porterà benefici rilevanti se le novità saranno accompagnate dalla revisione dei processi.

L’aspetto più allarmante è dato dal fatto che alcune grandi imprese hanno già messo in atto una procedura simile a quella di GSE per “favorire” le micro e piccole imprese fornitrici che fatturano mediante il portale centralizzato, generando così fatture elettroniche con le modalità specificate in appositi contratti i cui contenuti sono stati sottovalutati dai firmatari. Sarebbe opportuno che tali modalità fossero regolamentate e almeno meglio esplicitate allo scopo di non indurre in errore soggetti poco avvertiti o del tutto inconsapevoli.

Non rimane che attendere l’applicazione della novità 2017 sulla fatturazione elettronica B2B e conseguente conservazione sostitutiva per avere una maggiore chiarezza sul panorama nel quale gli operatori economici stanno muovendosi.

Per il servizio in outsourcing di conservazione sostitutiva delle fatture elettroniche GSE.